“Regina Sluszny e Liliana Manfredi: le bambine sopravvissute” segue "Don Foglia" spettacolo teatrale.

Regina Sluszny è una dei 6mila bambini che, in Belgio, scamparono alla Shoah grazie ad una straordinaria rete clandestina di famiglie non ebree che scelsero di dare rifugio agli innocenti, rischiando anche la vita in prima persona per salvarli dal rastrellamento nazista e dalla deportazione. Oggi porta avanti la sua missione di testimonianza, parlando nelle scuole e non solo, perché crede fermamente nella forza e nella necessità delle parole per smuovere domande nelle nuove generazioni.

Liliana Manfredi aveva solo 11 anni quando lei e tutta la sua famiglia furono fucilati assieme ad altre 35 persone. Si tratta dell’eccidio della Bettola, avvenuto sull’appennino reggiano il 24 giugno 1944, in cui persero la vita anche sua madre e i nonni materni. I responsabili erano membri della Gendarmeria tedesca di Casina che, per rappresaglia nei confronti di alcuni partigiani della Squadra Sabotatori, decisero di compiere una strage oltre i limiti dell’orrore, fucilando e dando alle fiamme quante più persone possibili.

Liliana sopravvive miracolosamente alle pallottole, riesce a trascinarsi via e successivamente viene salvata da un soldato nazista che, durante un giro di ricognizione, decide di portarla sulla strada principale anziché darle il colpo di grazia. Da qui poi viene trasportata all’ospedale di Rivalta e “nasce una seconda volta”.

con Regina Sluszny e Liliana Manfredi, sopravvissute

segue 

“DON FOGLIA” - spettacolo teatrale

Dal libro “Una storia nella storia e altre storie” prende vita lo spettacolo dedicato a Francesco Foglia, un sacerdote partigiano deportato nei campi di concentramento. È una storia senza confini, che si sviluppa tra Italia, Francia, Germania e Brasile, tracciando il percorso di un uomo di fede che ha abbracciato la causa della libertà nel nome dell’impegno sociale. Arrestato nel 1944 a Torino viene internato prima a Mauthausen e poi a Dachau, fino alla liberazione. Dopo la guerra torna in Italia, continua l’attività di partigiano e viene arrestato nuovamente nel 1946. Dopo la morte dei due nipoti, vittime di una bomba indirizzata a lui, parte per il Brasile dove condivide la sorte dei campesinos senza risparmiarsi. Successivamente mette radici in Germania e vi rimane fino alla morte nel 1993.

Uno spettacolo con un solo attore che ricostruisce accuratamente i brandelli di vita di un sacerdote partigiano, che sposò la causa del Vangelo e di tutti i suoi valori cercando di portarli nel mondo ovunque andasse.

di e con Marco Alotto